Libertà di confusione

Su Punto Informatico (che immagino nessuno legga più in Italia, ma che frequento svogliatamente, giusto per sapere come butta laggiù) si commenta la richiesta del PM nel caso Vivi down.

L’argomentario è tosto, e il vocabolario ad effetto (Larry Flynt, Net neutrality e Costituzione della Repubblica). La confusione viene da sé: il concetto di responsabilità editoriale non è all’orizzonte, non si distinguono fornitori di servizio e servizio e si fa un grosso minestrone di luoghi comuni, a costo zero, perché a difendere la libertà d’espressione non si sbaglia mai.

Lungi dal prender posizione sulla vicenda, non si può fare a meno di constatare che i pulpiti sono quelli che sono, e visto che da quelle parti l’obiettivo, a lungo termine, è dare autorevolezza alla blogosfera , sarebbe interessante conoscere qualche proposta affinché lo user-generated content sia appena più interessante di un singulto e le piattaforme di pubblicazione qualcosa più credibile dell’apparato digerente di un piccione, dove quello che entra da sopra esce istantaneamente sul braccio del primo che passa sotto.

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